lunedì 30 settembre 2013

"Un libro"...interattivo!

Chi lo dice che un libro non può essere interattivo??
In questi giorni ho fatto una nuova esperienza con i miei bimbi: ho "seguito le istruzioni" riportate nel testo "Un libro" di Tullet Hervè e ho scoperto, insieme a loro, cosa succede al pallino giallo della prima pagina se "interagiamo" con il libro. E' stata una piccola avventura molto divertente in cui i bambini hanno contato, battuto le mani, soffiato...e soprattutto riso!
 
 
Ecco alcune pagine del libro:
 
 
 
Il libro si presta bene anche come punto di partenza per un progetto sui colori (in particolare quelli primari) a cui associare diverse altre attività, soprattutto di tipo grafico-pittorico. Ad esempio, si possono far dipingere i pallini utilizzando la tempera e diverse tecniche (digitopittura, timbro con tappo da sughero, spugnature, ecc.), al fine di permettere a ciascuno di creare il proprio libricino. In questo modo, le insegnanti potranno inoltre capire se il meccanismo del libro è stato compreso e quali delle diverse pagine del testo hanno colpito maggiormente i bambini.  
 
In base a quanto detto, consiglio vivamente la sua "lettura" in tutte le sezioni della scuola dell'infanzia!
 
 

domenica 29 settembre 2013

Insegnanti maschi nella scuola dell'infanzia

Oggi vorrei fare una riflessione in merito ai risultati ottenuti nel sondaggio che ho proposto nel blog in questi giorni: "Vi farebbe piacere se nella scuola dell'infanzia ci fossero più insegnanti maschi?", utilizzando questi dati come punto di partenza per prendere in esame questo specifico aspetto della realtà scolastica.
 
Innanzitutto ci tengo a ringraziare tutti i "compagni di viaggio" (perché è così che io chiamo chi entra a far parte del Bosco dell'infanzia) che hanno partecipato al sondaggio esprimendo la propria opinione.

Di seguito riporto i risultati ottenuti:
  • 84%: si, perché i bambini hanno bisogno di avere sia un modello maschile che uno femminile.
  • 7%: si, perché un ambiente di sole donne è infernale.
  • 7%: no, perché gli uomini non possiedono un sentimento materno.
  • 0%: no, perché gli uomini sono più competitivi e la scuola è un ambiente cooperativo.

Per quanto mi riguarda, mi trovo d'accordo con la percentuale più alta, ma penso anche che un uomo in struttura potrebbe aiutare a stemperare quelle situazioni (mi auguro rare) in cui le insegnanti si fanno la guerra, trasudano acidità da tutti i pori e mettono zizzania fra colleghe.

Volendo approfondire questa tematica ho letto diversi articoli su internet in modo da analizzare la situazione sotto diversi punti di vista. Questo ha richiesto un po' di tempo in più per elaborare questo post, ma spero ne sia valsa la pena.
In particolare, vorrei soffermarmi su questi tre articoli che mi hanno particolarmente colpita. Per chi vuole leggerli integralmente, basta cliccare sul titolo.
 
All'interno di questo primo articolo c'è una frase con la quale mi trovo molto d'accordo: "...non si tratta di preferirli alle colleghe: la ricchezza viene dalla compresenza, dallo scambio, dalla reciprocità tra le due figure".
Inoltre, mi piace molto la conclusione: "Nessuno conta che il mio lavoro prende, senza esagerare, 20 ore su 24, spesso sabati e domeniche incluse. Compensazione extra remunerativa, allora? Forse, come dice Lorenzo, ci si consola così: «Aprendo la porta e sentendo il profumo di una classe dinamica, ricettiva, allegra. Che sprigiona vita»".

Alla base di alcuni dei concetti espressi in questo articolo ritrovo un errore di fondo che secondo me è molto grave, cioè il fatto di riconoscere alcuni ambiti, abilità o compiti come prettamente maschili o femminili. Al giorno d'oggi ognuno di noi deve potersi sentire libero da classificazioni e stereotipi di genere. A tal proposito, mi stupisce la posizione assunta dai genitori intervistati che sembrano pretendere che la figura del maestro vada a sostituire quella del padre di famiglia che, stando a quanto letto, è ormai assente in molti case. Inoltre, aggiungono che apprezzerebbero la sua presenza "in quanto le caratteristiche psico-sociali del maschio lo porrebbero come un riferimento "diverso" e garante del rispetto delle regole sociali nella scuola"...come se questo una maestra non potesse farlo!!
 
Sono invece d'accordo quando leggo che "pure le maestre gradirebbero potersi confrontare con colleghi maschi innanzitutto perché riconoscono che una visione tutta al femminile risulta limitante".
Inoltre, mi è piaciuto molto il concetto secondo cui non ha senso delegare completamente le "professioni di cura" alle donne poiché, prendersi cura dell'altro, risponde a una responsabilità propria di tutte le persone in quanto tali, maschi e femmine.
Concordo inoltre sul fatto che il mestiere dell'insegnante necessiti di interventi determinati per riprendere prestigio e conferirgli maggior riconoscimento sociale ed economico, con una conseguente riqualificazione della figura docente. Questo vedrebbe, fra le varie conseguenze, anche la ricomparsa dei maschi nell'ambito dell'insegnamento, in quanto lo riterrebbero più allettante. Infatti, gli uomini sono socialmente più portati a scegliere mestieri con un'alta posizione nella scala sociale, stipendi più alti e la possibilità di progressione di carriera. Attualmente però, tutto ciò risulta molto lontano dalla realtà nella quale viviamo, soprattutto noi insegnanti italiani che percepiamo gli stipendi più bassi di tutta Europa.

In questa lettura, a mio parere, merita soprattutto il finale: "Se il contesto e lo scenario che si prevede non sono dei più confortanti, resta pur sempre il fatto che i maschi non sanno quello che perdono! Quanto, cioè, sia interessante e gratificante "lavorare" con i bambini. E forse non lo sapranno mai, finché il nostro sistema educativo di istruzione e formazione sarà percepito come una spesa e non come un investimento, come una cosa per femmine e non per i maschi. I bambini continueranno a soffrire, privi di una figura educativa importante, e i maschi a non capire nulla della ricchezza del mondo infantile. Comunque, avanti...verso una scuola unisex!".


Per chi volesse saperne ancora di più, consiglio la lettura di "Uomini in educazione" di Vivalascuola che si rifà al convegno tenutosi all'Università di Milano Bicocca il 14 marzo 2012.


Buona lettura! :) Ora aspetto di sapere come la pensate voi!!

 

lunedì 23 settembre 2013

Cuoricino Portachiavi

Il cuoricino portachiavi è un ottimo dono per fidanzati, amici e amiche che, guardandolo, possono ricordarsi in qualunque momento di tutto l'affetto che proviamo nei loro confronti.
E' facile, economico e veloce da realizzare. Può avere mille forme, applicazioni (bottoni, paillettes, perline, ecc.) e colori. Può essere messo dove si preferisce: appeso in macchina, appoggiato sul comodino, legato alla zip dell'astuccio o in un gancetto della borsetta, o in qualsiasi altro luogo dove possa strapparci un sorriso durante la giornata.

 
 
Come creare il cuoricino portachiavi:
 
  • Ritagliare da un foglio di feltro due sagome uguali (in questo caso un cuore).
  • Cucire (o incollare) su uno o su entrambi i lati ciò che si preferisce (in questo caso un bottoncino giallo).
  • Inserire fra le due sagome un anellino di filo di lana (oppure di uno spago, un cordoncino o ciò che si ha a disposizione).
  • Cucire i bordi ricordandosi di inserire l'imbottitura prima di concludere l'assemblaggio.
  • Infilare il filo dentro un anellino portachiavi.
 
...e così nasce il cuoricino portachiavi!!
 
 
 

giovedì 19 settembre 2013

Come dar vita a Farfa-gioca

Ecco Farfa-gioca, un'amica di Fogliolina. Si tratta di un personaggio un po'più complesso perché ha la testa di pon-pon e le ali sono state decorate anche con perline e paillettes. Inoltre, avendo un incavo nella parte centrale del corpo (quella verde), può essere utilizzata come marionetta da dita, oppure come copri penna o pennarello.
Purtroppo, a differenza di Fogliolina, lei ha qualche anno in più...e non ci sono altre foto relative alla sua "nascita". Perciò, non posso indicarvi passo-passo come realizzarla con l'ausilio di immagini.
Nonostante tutto cercherò di essere abbastanza chiara ed esaustiva.
 

Farfa-gioca nasce così:
 
  • Si ritaglia la sagoma di 4 ali grandi da un foglio di feltro azzurro e 4 piccole da uno giallo.
  • Si decorano le ali a piacimento, cercando di mantenere una linea simmetrica fra quelle di destra e quelle di sinistra.
  • Si cuciono e si imbottiscono le 2 paia di ali singolarmente.
  • A questo punto si realizza in corpo: si ritagliano le sagome del tronco e dell'addome (2 per tipo) da un foglio di feltro verde.
  • Le ali vengono cucite fra le due sagome del tronco (in modo che l'attaccatura dei diversi elementi non sia visibile), facendo attenzione a lasciare aperta la parte inferiore. Invece, la parte superiore del tronco viene chiusa e vi si inserisce un poca di imbottitura.
  • Poi si aggiunge l'addome cucendone solo i lati, lasciando libere la parte superiore e quella inferiore.
  • Mi raccomando, quando cucite insieme le diverse parti della farfalla, ricordatevi di lasciare libero il foro in cui inserire le dita, le penne, i pennarelli o quello che preferite.
  • Infine, si realizza un pon-pon proporzionato al resto del corpo e lo si unisce al tronco.
  • Su di esso si incollano gli occhi, il naso e la bocca.
 
...e così nasce Farfa-gioca!!


martedì 17 settembre 2013

Fogliolina: del bosco dell'infanzia è la regina

La mascotte del Bosco dell'infanzia è Fogliolina.

 
Fogliolina è una piccola foglia speciale. Ha un'espressione dolce e rassicurante, è calda, morbida e nasconde una sorpresa...
...infatti, cadendo dal suo albero al termine dell'estate, annuncia l'arrivo dell'autunno.
Vi chiederete: "Come può una fogliolina così piccola e così simile alle altre avere un ruolo così importante?" Ebbene, dovete sapere che anche gli esseri più piccoli racchiudono in sé qualcosa di unico. Ognuno ha qualcosa che lo rende speciale e diverso da tutti gli altri, ed ognuno ha un compito preciso che deve svolgere impegnandosi al massimo sia per se stesso che per gli altri...ed è per questo che ognuno di noi è importante.
 
Ma ora è giunto il momento di svelarvi cos'è che rende tanto speciale Fogliolina...guardate un po' com'è fatta la nostra amica!!
 
Davanti è così:

 E dietro è così:
 
Perciò, attraverso il viaggio di discesa dal suo albero e la sua trasformazione, celebra l'inizio dell'autunno e con esso il mutare progressivo e graduale del colore delle foglie.
 
Possiamo prendere spunto da questa piccola storiella che ho inventato per proporre diverse attività ai bambini o anche solo per annunciare l'inizio dell'autunno. Se qualche maestra si vuole cimentare nella realizzazione di Fogliolina... niente paura... basta armarsi di un po'di pazienza, di buona volontà, e seguire le mie istruzioni:
 
1. Ritagliare la sagoma di una foglia da 2 fogli di feltro (uno giallo ed uno verde).
 
2. Decidere come decorare le due facce del lavoretto.

 3. Cucire (o incollare) i dettagli scelti.












 



4. Unire le due foglie con ago e filo (io suggerisco l'utilizzo del "punto festone").
Prima di cucire tutti i bordi ricordatevi di inserire dell'imbottitura fra le due sagome.
 
 
 

6. Chiudere anche l'ultimo spiraglio, incollare gli occhietti e cucire naso e bocca.

...e così nasce Fogliolina!!



lunedì 16 settembre 2013

I comandamenti dell'insegnante

Fra le attività complementari che la rivista "Maestra dell'infanzia" mette a disposizione sul proprio sito ho trovato questo promemoria dedicato agli insegnanti. A me piace molto e lo rileggo soprattutto nei periodi di lavoro più intenso ed in quelli in cui sono un po'demoralizzata dal punto di vista professionale.
 
 

domenica 15 settembre 2013

Alla scoperta del bosco...in Valle d'Aosta

Navigando in rete alla ricerca di spunti didattici, mi sono imbattuta in un bel progetto attuato in una scuola dell'infanzia della Comunità montana Mont Emilius.
Siccome questo blog è "ambientato" nel bosco dell'infanzia, ho pensato che potesse essere un'idea carina proporre un collegamento a questa esperienza che ha avuto lo scopo di avvicinare i bambini alla natura proprio tramite la scoperta del bosco.
Infatti, grazie alla collaborazione fra le insegnanti ed una guardia forestale, i bambini hanno avuto la possibilità di conoscere ed esplorare in prima persona l'ambiente boschivo rielaborando poi, tramite attività grafiche e di drammatizzazione, quanto avevano appreso.
 
Cliccando sull'immagine qui in basso è possibile accedere al sito in cui trovare maggiori informazioni riguardo a questa meravigliosa esperienza naturalistica, le foto ed un video che la documentano. 
 
 

venerdì 13 settembre 2013

Autonomia personale

Per "autonomia personale" si intende l'insieme delle competenze che una persona sviluppa per riuscire a prendersi cura di se stesso. Scuola e famiglia devono più che mai collaborare in questo ambito per permettere al bambino di raggiungere con soddisfazione un livello di autonomia sempre maggiore, imparando a fare le cose da solo.
Molte volte però capita che ci sostituiamo ad esso nei gesti quotidiani. Lo facciamo magari perché abbiamo fretta, oppure perché non ci rendiamo conto che sta crescendo e che man mano impara a fare sempre più cose. Se invece vogliamo aiutare davvero i nostri bambini ad acquisire una sempre maggior autonomia personale, dobbiamo imparare ad avere pazienza, a spiegare le cose più volte usando diverse tipologie di linguaggio, mostrare passo-passo come si fanno le cose, ed intervenire sempre meno, lasciando loro lo spazio necessario per provare, riprovare, sbagliare, ed ottenere dei buoni risultati con le proprie forze.

Gli indicatori che a mio parere si dovrebbero prendere in considerazione per valutare il livello di autonomia personale del bambino nel momento dell'ingresso a scuola, sono i seguenti:
  • ha raggiunto il controllo sfinterico;
  • va in bagno da solo;
  • si pulisce;
  • apre il rubinetto;
  • chiude il rubinetto;
  • si rimbocca le maniche;
  • si lava le mani;
  • si lava il viso;
  • si asciuga;
  • si soffia il naso correttamente;
  • si togliere scarpe e pantofole;
  • calza scarpe e pantofole;
  • è capace di vestirsi;
  • è capace di svestirsi;
  • sa sbottonare il grembiule;
  • sa abbottonare il grembiule;
  • utilizza il bavaglino o il tovagliolo in modo adeguato;
  • beve da solo;
  • mangia da solo.

Se si utilizzano gli indicatori come delle domande, nel tempo si dovrebbe ottenere un numero sempre maggiore di risposte positive. Prendiamo come esempio la domanda: "il/la bambino/a si rimbocca le maniche da solo/a?". Se nei primi giorni di scuola la risposta è "No" ma, successivamente, diventa "Si", allora si può dedurre che il/la bambino/a abbia gradualmente acquisito nuove competenze in questo ambito, aumentando di conseguenza il proprio livello di autonomia personale.

giovedì 12 settembre 2013

Marionette da dita Ikea

Simpatiche, pratiche, economiche, colorate, e versatili: le marionetta da dita dell'Ikea.


Le ho comprate poco tempo fa, perciò non ho avuto ancora modo di utilizzarle spesso, ma a mio parere sono uno strumento indispensabile, soprattutto con i più piccoli nel periodo dell'inserimento. Infatti, si prestano per essere impiegate in diverse situazioni:
 
  • per facilitare l'avvicinamento ai bambini più timidi o imbronciati;
  • per consolare quelli che piangono, attirando la loro attenzione;
  • per creare un clima divertente, magico e fantasioso;
  • per presentare delle attività o delle regole;
  • per far nascere complicità tra i bambini e l'insegnante poiché necessitano dell'impegno e del coinvolgimento di entrambi nel gioco del "far finta".



mercoledì 11 settembre 2013

Indicazioni Nazionali 2012

Per chi fosse interessato, di seguito inserisco il link con il testo delle nuove
del 2012.
 
Testo fondamentale per il lavoro dell'insegnante e punto di riferimento nel processo di programmazione scolastica.


martedì 10 settembre 2013

Il quadretto del primo giorno

Ecco un'attività adatta per il primo giorno di scuola, che permette di dare il benvenuto ai più piccoli facendo condividere loro le emozioni di questa giornata speciale con i propri genitori.
Grazie ad essa si ha la possibilità di "dare un primo assaggio" di quello che verrà fatto in sezione durante l'anno. Inoltre, permette all'intero gruppo (genitori, insegnanti e bambini) di fare un primo passo sulla via della continuità casa-scuola che molte volte viene sottovalutata o ritenuta valida ed attuabile solo sulla carta.

Svolgimento:
  • Dividere la sezione dei piccoli in 3 gruppi. Ciascuno di essi si reca in una delle 3 aule. In quella dei grandi si può giocare con le costruzioni, con la plastilina, ecc.; in quella dei medi con macchinine, bambolotti, la cucina, ecc.; ed in quella dei piccoli viene proposta l'attività principale: la realizzazione di un quadro intitolato: "Il mio primo disegno nella scuola dell'infanzia".
  • I bambini si siedono dove preferiscono, con accanto il proprio genitore. Vengono consegnati loro un foglio e delle cerette. Poi li si lascia liberi di disegnare.
  • Una volta completato il disegno, lo si incolla su una cornice di cartoncino colorato.
  • Prima di andare a casa ciascun quadro viene consegnato al proprio autore.
 
Suggerimenti:
  • L'obiettivo dei primi giorni di scuola è che i bambini abbiano un'impressione positiva della scuola, perciò è bene che possano divertirsi e sperimentare diverse tipologie di giocattoli.
  • Dividendo la sezione in sottogruppi meno numerosi si dà la possibilità alle diverse insegnanti di seguire meglio i nuovi arrivati, di concentrarsi maggiormente su ciascuno e di cominciare ad imparare i nomi dei bambini.
  • Inoltre, impegnando non solo le insegnanti di sezione, ma l'intera equipe scolastica, si trasmette il messaggio che è l'intera scuola ad accogliere bambini e genitori, e non solo una specifica maestra, andando così a dar vita ad una vera e propria comunità collaborante.
  • Il bambino, portando a casa il proprio quadretto, porta con sé un ricordo positivo di un ambiente accogliente in cui ha scoperto che può divertirsi, imparare e giocare.
  • E' bene preparare precedentemente il materiale (fogli bianchi con la scritta "Il mio primo disegno nella scuola dell'infanzia" sul retro, cornici colorate di cartoncino con incollato un gancetto che permetta di appenderlo al muro), in modo da dover solo incollare il disegno sulla cornice ed aggiungerci il nome del bambino sul momento.


INDICAZIONI SPECIFICHE PER INSEGNANTI
 
Campi d'esperienza: il sé e l'altro; immagini, suoni, colori.
Traguardi per lo sviluppo della competenza:
  • il bambino gioca in modo creativo;
  • comunica, esprime emozioni (attraverso il disegno).
Obiettivi:
  • partecipare all'attività proposta;
  • esplorare e sperimentare i giochi della scuola.
 

lunedì 9 settembre 2013

Grembiule o tuta??

L'inizio della scuola è ormai alle porte ed i supermercati si stanno riempiendo di genitori e bambini che si fiondano su cancelleria, zainetti, astucci e... grembiuli. Ma siamo così sicuri che tutto quello che comperiamo sia veramente adatto alle esigenze dei nostri bambini? Oppure quello che acquistiamo viene scelto in base alle abitudini, al senso estetico ed alla moda del momento? Beh, sono del parere che questi tre fattori incidano nelle nostre decisioni più di quanto sembri.
 
Però, se si conoscono i bambini e se si passa del tempo con loro (per lavoro e non), possono balzare agli occhi le loro necessità ed i loro bisogni. I genitori, i veri acquirenti delle aziende che si rivolgono ai bambini, non sempre si rendono conto di quello di cui ha davvero bisogno una persona di 3-4-5 anni all'interno dell'ambito scolastico.
 
Proprio per questo è fondamentale seguire i suggerimenti e le indicazioni che vengono fornite da insegnanti e dirigenti. Purtroppo però, alcuni di questi, vuoi per abitudine o vuoi per spirito conservativo, sono i primi a non rendersi conto che, al giorno d'oggi, ci sarebbero delle soluzioni migliori rispetto a quelle adottate in passato.
 
E' il caso del grembiule.
Infatti, sono dell'idea che sarebbe il caso di proporre un cambiamento nelle scuole e favorire l'adozione di tute al posto dei classici grembiuli...che, diciamocelo, non ci sono mai piaciuti poi così tanto!
  
Questa mia opinione è motivata dai seguenti fattori:
  • Al giorno d'oggi si trovano in commercio buone tute a poco prezzo (soprattutto in determinati negozi di abbigliamento sportivo che si stanno ormai diffondendo non solo in Italia, ma in tutta Europa, in cui le tute da bambino ormai costano 8-10 euro).
  • La praticità di questo capo di abbigliamento è indiscutibile! Non più calze, gonnelline attillate, stoffe delicate, maglioni e camicette. Bensì un paio di pantaloni comodi che permettano al bambino di stare tranquillamente seduto a terra, di correre e di saltare; una maglietta a maniche corte; e la parte superiore della tuta facile da togliere ed indossare.
  • Inoltre, si eviterebbe di mettere in crisi i figli di quei genitori che non si rendono conto che il proprio bambino di 3 anni non è ancora (comprensibilmente) capace di gestire cinture, bottoni, bretelle, salopette o qualsiasi altro congegno che possa sembrare diabolico ad un bambino che sta lottando quotidianamente per ottenere la propria autonomia.
  • Indicando ai genitori dove acquistare le tute (o acquistandole tramite la scuola) si risolverebbe il problema dovuto all'ostentazione che alcune famiglie attuano anche attraverso il vestiario dei propri figli, a scapito molte volte di quelli che invece si ritrovano a dover indossare vestiti di seconda o terza mano delle bancarelle. Ricordiamoci che è una scuola, non una sfilata di moda!
  • Perciò, tutti uguali, ma tutti diversi. Infatti, le tute vengono fabbricate di moltissimi colori sgargianti che andrebbero a sostituire i monotoni bianco e nero (o al massimo azzurrino e rosa chiaro) dei grembiuli attuali.
  • Infine, care mamme, una tuta non deve necessariamente essere stirata, mentre un grembiule si.
 
In conclusione...più tute per tutti.. :)
 
 


domenica 8 settembre 2013

Il sacchetto magico

Un gioco di gruppo molto divertente che è piaciuto molto ai bambini a cui l'ho proposto è "Il sacchetto magico" (per la sua ideazione ho preso ispirazione dal testo "Tutto quadra").
 
Svolgimento:
  • I bambini si rannicchiano a terra all'interno di uno spazio delimitato (con nastro adesivo, materiale ginnico o con quello che si ha a disposizione);
  • La maestra dice: "Dal sacchetto magico escono tante/i... (farfalle, elefanti, topolini, cagnolini, gattini, galline, ecc.)". I bambini si alzano e mimano insieme alla maestra l'animale che è stato nominato;
  • Quando la maestra dice: "Sacchetto chiuso", i bambini ritornano nella posizione iniziale;
  • Il gioco prosegue nominando di volta in volta un diverso animale.
 
...Ovviamente la magia funziona solo se tutti i bambini sono ben chiusi dentro al sacchetto magico!
 
Suggerimenti:
  • E' importante che la maestra mostri in prima persona ai bambini come ci si deve rannicchiare a terra per dare inizio al gioco.
  • La maestra, prendendo parte attiva all'attività, funge da modello per i bambini che, osservandola divertiti, non si curano degli sguardi altrui e prendono spunto dai suoi movimenti per mimare i diversi animali del gioco.
  • L'area delimitata per l'attività ludica deve essere abbastanza grande da contenere comodamente tutti i bambini, che devono avere a disposizione lo spazio necessario per mimare gli animali senza andare a sbattere contro i compagni. Allo stesso tempo però, non devono avere neanche un'area illimitata entro cui muoversi, altrimenti si disperderebbero le loro energie e la loro attenzione verso il gioco.
  •  
     

INDICAZIONI SPECIFICHE PER INSEGNANTI:
 
Campi d'esperienza: il sé e l'altro; il corpo in movimento.
Traguardi per lo sviluppo della competenza:
  • il bambino gioca in modo costruttivo e creativo con gli altri;
  • prova piacere nel movimento.
 Obiettivi:
  • partecipare correttamente all'attività proposta;
  • esprimersi attraverso il movimento senza sentirsi a disagio;
  • divertirsi mimando i vari animali.
 
 


Il girotondo del buongiorno

Ecco un gioco molto semplice e coinvolgente, adatto per iniziare col sorriso i primi giorni di scuola, ma che si presta bene anche per diventare un leitmotiv (cioè un motivo conduttore) da utilizzare durante tutto l'anno.
 
Svolgimento:
  • I bambini si danno la mano e si dispongono in cerchio;
  • Muovendosi nella stessa direzione recitano in coro la seguente filastrocca:
Girotondo del buongiorno,
i bambini tutti intorno.
Gira, gira ogni bambino,
col sorriso sul faccino.
Se facciamo una risata,
ben comincia la giornata!
  • Al termine della filastrocca si sfogano con un gesto liberatorio come una bella risata, oppure esultano con un salto sul posto, o gridano in coro "viva i coniglietti" (se il simbolo della sezione è un coniglio).
 
Suggerimenti:
  • Se proponiamo il gioco nei primi giorni di scuola, non focalizziamo la nostra attenzione sul fatto che i bambini si dispongano perfettamente in cerchio. Infatti, lo scopo che vogliamo dare al gioco, in questo contesto, è quello di dare la possibilità ai bambini di creare un primo contatto con i compagni e, soprattutto, di divertirsi insieme.
  • Per rendere il gioco più divertente, si può pensare di rallentare o aumentare man mano il ritmo di gioco, oppure di pronunciare la filastrocca prima ad alta voce e poi di sussurrarla. Sconsiglio di procedere al contrario, cioè di farla prima a bassa voce e poi di urlarla poiché, mentre nel primo caso, al momento di sfogo segue il ripristino di un clima pacato che favorisce l'ascolto, nel secondo caso non si viene a creare un contesto idoneo per le attività successive. 
  • Il gioco ha uno svolgimento molto simile al classico "Girotondo", ma trovo che abbia un testo più sensato e più positivo. Inoltre credo sia importante prendere spunto dalla tradizione del passato pur aprendo le porte a modifiche e miglioramenti.
 
 
INDICAZIONI SPECIFICHE PER INSEGNANTI:
 
Campo d'esperienza: il sé e l'altro.
Traguardo per lo sviluppo della competenza: il bambino gioca in modo costruttivo con gli altri.
Obiettivi:
  • partecipare correttamente all'attività proposta;
  • avviare relazioni positive con i compagni.
 
 
 

mercoledì 4 settembre 2013

Autonomia affettiva

Anche nelle nuove Indicazioni Nazionali per il Curricolo viene ribadita la centralità del bambino che, in particolare, viene "posto al centro dell'azione educativa in tutti i suoi aspetti", fra cui anche quello affettivo.
Risulta dunque fondamentale una valutazione iniziale che permetta di capire il livello di autonomia raggiunto da ciascuno nella propria sfera affettiva. I bambini sono alla ricerca di legami ed instaurano nuove relazioni basandosi sulla propria storia personale, entrando in contatto con gli altri con livelli sempre maggiori di autonomia.
Questo tipo di valutazione permette perciò all'insegnante di mettere in atto delle strategie che diano la possibilità al bambino di sviluppare una crescente fiducia in se stesso, di autorealizzarsi e di aumentare di conseguenza le proprie competenze affettive.


A mio parere, gli indicatori che permettono una prima valutazione dell'autonomia affettiva sono i seguenti:
  • il bambino è abituato a trascorrere del tempo da solo con diverse figure affettive (madre, padre, nonni, zii, baby sitter, ecc.);
  • non ha più l'esigenza di essere allattato;
  • non necessita di un oggetto transizionale;
  • vive serenamente il cambiamento di attività;
  • accetta il passaggio da un ambiente all'altro;
  • esplora l'ambiente circostante con serenità (consiglio di segnalare se lo fa sia in presenza che in assenza di un adulto di riferimento);
  • non manifesta difficoltà nel momento del distacco dal genitore;
  • se piange si consola facilmente (consiglio di annotare i minuti per valutare se tendono a diminuire nel tempo).
Se si utilizzano gli indicatori come delle domande, nel tempo si dovrebbe ottenere un numero sempre maggiore di risposte positive. Prendiamo come esempio la domanda: "il/la bambino/a non manifesta difficoltà nel momento del distacco dal genitore?". Se nei primi giorni di scuola la risposta è "No" ma, successivamente, diventa "Si", allora si può dedurre che il/la bambino/a abbia gradualmente superato il "trauma da separazione dalla figura parentale" e che abbia conseguentemente aumentato il proprio livello di autonomia affettiva.

lunedì 2 settembre 2013

Valutazione iniziale

Un compito importantissimo di insegnanti e genitori, soprattutto nei primi giorni di scuola, è quello di collaborare nella VALUTAZIONE del bambino.
Questo strumento permette di individuare le competenze di partenza, gli interessi e gli ambiti nei quali il soggetto ha già raggiunto un buon livello o in cui riscontra maggiori difficoltà.
Solo in questo modo è possibile promuovere uno sviluppo globale ed armonico dell'individuo, favorendone un apprendimento attivo che passi attraverso determinati canali che, per lui, sono privilegiati.
Mi spiego, se dalla valutazione dei momenti di gioco di un determinato bambino risulta che questo ha un'inclinazione naturale al gioco sociale simbolico (come può essere il "giocare alla famiglia"), allora si potrebbe pensare di proporgli delle attività didattiche che diano la possibilità di lavorare in coppia. In questo modo, si incoraggerebbe il desiderio di condivisione e socialità del bambino, coinvolgendolo in modo piacevole nel processo di costruzione del sapere e del saper fare. In compenso, si potrebbero ricavare dei momenti o delle occasioni di apprendimento in cui sia necessario lavorare singolarmente. Da un lato perciò si asseconderebbero quelle che sono le sue inclinazioni naturali, dall'altro si potenzierebbero anche le abilità che altrimenti tenderebbe a svilupperebbe meno (come, nel caso di questo esempio, autonomia, sicurezza, fiducia nelle proprie capacità, ecc.).
Detto ciò, a mio parere, gli ambiti che meritano una valutazione iniziale sono i seguenti:

Per una maggior chiarezza e per dare delle indicazioni pratiche e più dettagliate riguardo a questi ambiti della valutazione, approfondirò nel tempo ciascun punto (basterà cliccare sui diversi elementi dell'elenco per accedere al post specifico).